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Sabato 30 Novembre 2024 – Ore 17:30
PassiSparsi – Firenze
Museo Internazionale della Musica**
Strada Maggiore, 34 – Bologna
**prenotazione obbligatoria su www.museibologna.it/musica/

PROGRAMMA

CANTAR PER SCHERZO

…mi piace essere alegro joieux lieto frolich hilaris, e matto una volta l’anno, che duri solamente 12 mensibus, perche tanta melancolia, non m’entra nella fantasia, viver bene e alegramente, fa l’huomo di bona mente e si vive longamente, vivon don don don, jouons au balon…
Lettera di Orlando di Lasso a Guglielmo V, Duca di Baviera, 17 luglio 1576

Orlando di Lasso (ca. 1530 – 1594), dal “Libro di Villanelle, Moresche, et altre Canzoni”:

Tutto lo dì
S’io ve dico ca siete la chiù bella
O belle fusa
Ecco la ninph’Ebrayca chiamata
S’io fusse ciaul’e tu lo campanile
Io ti vorria contar
Matona mia cara
S’io ti vedess’una sol volt’il giorno
O occhi manza mia
Ogni giorno m’han ditt’a chi favelli
Ad altre le voi dare
Saccio na’ cosa
Allala pia calia
Hai Lucia
Lucia Celu

Cantar per scherzo racconta la caleidoscopica personalità del genio fiammingo Orlando di Lasso attraverso la sua produzione in lingua italiana. Protagoniste del programma sono le sue celebri villanelle alla napoletana, di esuberante teatralità, dove temi aulici come l’amor cortese si deformano in bocca ad una realtà sociale fatta di “maschere” marcatamente popolaresche, assumendo spesso tonalità grottesche ed esilaranti. Orlando di Lasso le compose ancora giovanissimo, e restano tutt’oggi tra le pagine del suo immenso testamento musicale che ne catturano al meglio il carattere di genio irriverente, giocoso e pronto allo scherno.

Il programma si chiude con tre canzoni moresche: Allala pia calia, Hai Lucia e Lucia Celu. Le moresche sono un corpus di canzoni polifoniche i cui protagonisti sono tutti appartenenti alla comunità di schiavi e liberti africani nella Napoli del Cinquecento. In tempi recentissimi è stato scoperto (dall’etnomusicologo italiano Gianfranco Salvatore) che i testi di queste canzoni incorporano varie espressioni in lingua “Kanuri”, originaria dell’Africa Centrale. Il repertorio della moresca rappresenta la più antica attestazione di questa lingua, tutt’oggi parlata. Nel suo soggiorno giovanile a Napoli, Orlando di Lasso assorbì a modo suo questa tradizione teatrale, e creò la propria versione di molte canzoni moresche tradizionali.

 

 

 

 

 

 

**prenotazione obbligatoria