Associazione Culturale Coro di Bosa
Nel 2000 un gruppo di cantori depositari del canto a tragiu bosano si costituirono in Associazione dando vita alla Associazione Culturale Coro di Bosa col fine primario di mantenere, divulgare e trasmettere la musica di tradizione orale bosana e questo perché i profondi cambiamenti culturali degli ultimi decenni, nonostante il canto a tragiu fosse stato trasmesso senza soluzione di continuità, stavano pian piano cancellando luoghi e momenti del fare musica tradizionale.
Oggi l’Associazione Coro di Bosa è un importante punto di riferimento per la comunità, la sede dell’Associazione è infatti aperta a tutti coloro che hanno piacere di cantare e coloro che volessero apprendere il canto a tragiu: una sorta di scuola, quindi, nella quale la didattica è rimasta quella di un tempo cioè legata soprattutto all’ascolto dei cantori più esperti. In questi anni di attività il coro ha curato e cura la organizzazione di eventi il cui tema primario è la musica di tradizione orale della Sardegna; ha partecipato e partecipa a Convegni e Concerti in Sardegna, in Italia e all’Estero. Ma ciò che è importante sottolineare è il fatto che mantiene ancora viva questa pratica all’interno della Comunità, il Coro viene infatti sovente chiamato a cantare po sos isposalizios (matrimoni), po sos interros (funerali) e po sas festas (feste).
Il momento di più marcata presenza sociale è legato al servizio prestato durante i riti paraliturgici de Chida Santa (Settimana Santa) col canto/preghiera dello Stabat Mater, del Miserere (Salmo 50), del Christos e del Deus ti salvet Maria, curati ed eseguiti da almeno novant’anni da coloro che conoscono il canto ed attualmente dal Coro di Bosa che, a differenza di quanto succede in altre comunità della Sardegna, non è legato ad alcuna Confraternita. Oltre ai suddetti Santi Sacri i canti classici bosani A tragiu bosano comprende vari canti profani: Istudiantina, Massaggina, Vocione, Ottava trista, Cappucinesco, Gibildrì gibildrò, Una muraglia rutta, Bosa resuscitada, Bona notte e bon’annu, Titia.